Sergio Lion, nato ad Asolo (1954), architetto e designer. Ha maturato una lunga esperienza nel campo del design per l'arredamento ma senza mai abbandonare la sua passione innata verso la pittura. Una passione già presente nella sua prima adolescenza, poi ripresa durante gli anni di frequentazione dell'Istituto d'Arte di Venezia e che continua fino ad oggi.
I suoi dipinti, quasi sempre paesaggi - a volte realistici e a volte onirici - riconducono la lettura al "segno", una sorta di firma che contraddistingue il suo ruolo di architetto. Opere che richiamano il "graffito", quella tecnica artistica presente già in età preistorica e ripresa anche in epoche successive. Il termine "graffito" deriva dal verbo graffiare, ed è una tecnica è già testimoniata dalle incisioni rupestri preistoriche del Paleolitico superiore e del Neolitico. I disegni graffiti a volte venivano riempiti di colore. La tecnica del graffito continuò a essere usata anche in epoca romana e medievale, ma è durante il Rinascimento (1400-1500) che il graffito - detto anche "sgraffio" o "sgraffito" - viene ampiamente usato per decorare facciate di edifici. In seguito, nel 1600, si usò sovrapporre vari strati di diverso colore ottenendo, il segno del colore desiderato e gradevoli effetti di chiaroscuro. Le opere di Sergio Lion, presentano esattamente un modo "sgraffiante" di dialogare con la natura, sovrapponendo strati di colore e stili ben precisi.
Un raccontare luoghi, risvegliare i ricordi e rivivere le emozioni.
"L'arte è creazione, invenzione, creatività, emozione, pensiero logico. L'arte trova la sua ragione nei processi di rappresentazione e riconoscimento: nel dipinto proietto i miei ricordi, li rivivo e mi identifico con le immagini che continuano a vivere nella mia mente"