La sua appartenenza in pittura è legata decisamente e in modo evidente alla grande tradizione figurativa del tardo impressionismo Ottocentesco e al realismo magico del Novecento italiano. Ma nella sua pittura si sentono echi anche della geometrizzazione cubista, delle dissolvenze dell'astrattismo e dell'acceso cromatismo della pittura Fauves francese. Predilige la pittura ad olio su tela, ma disegna moltissimo anche su carta con matita, china e inchiostri. (...) quella di Vittorio Rorato è una pittura contemplativa permeata di un profondo intimismo che è l'espressione di una ricerca individuale di una natura a lui familiare, una pittura che non è asserita al gusto delle mode imperanti imposte dalle tendenze del mercato. (...) c'è nelle sue opere un ordine intellettuale: nulla è lasciato al caso o all'improvvisazione. Ogni dipinto si regge su un equilibrato schema compositivo basato su un rigoroso studio del disegno e un giusto cromatismo che formano un'armonia analoga a quella di una composizione musicale."
Angelo Maino
Certo è che Rorato predilige, in linea di massima, la fusione dei toni, la delicatezza, gli accordi ben bilanciati, e, del pari la materia che si sgrana dolcemente, si scioglie, scorre sulla superficie in modo morbido, badando a congiungere masse scure (ad esempio gli alberi in un paesaggio) con stesure chiare e delicate (i cieli, gli sfondi lontani). In tal modo la composizione non è mai monotona: si muove, fluisce, si rinnova, sfugge di qua e di lĂ , si apre alla varietĂ delle tinte. (...) Alla fine si riconosce che queste variazioni corrispondono a stati d'animo. La pittura, in fondo, resta coerente a sè stessa: quel che la muove sono i sentimenti. Ecco che i vari soggetti (le figure, i paesaggi, gli interni, le nature morte, i fiori) si fondono, diventano modi di un sentimento che cambia volta a volta, pur restando unica la sua radice (...). Essere tonale, ma non monotono nei toni: ricercare accordi senza cadere nel risaputo; anzi rifiutare ogni sdolcinatezza attraverso una pittura che potremmo definire virile; guardare all'antico e contemporaneamente essere moderno, cioè fuori da ogni asservimento al gusto; ripetere i consueti soggetti della pittura impressionista, ma riuscendo ad attingere freschezza ogni volta. Tutto questo, e altro ancora, è ormai prerogativa ben riconosciuta di Rorato. Ogni quadro, in tal modo, diventa una finestra dell'anima di chi lo guarda. Vi si respira aria pura, come un balsamo. "Mi basta essere pittore", ripete l'artista. Basta e avanza."
Paolo Rizzi